Oltre l’etnocentrismo e il determinismo: il caso Todi tra Urbanizzazione, arte e multiculturalità è una ricerca incentrata sul comune italiano di 15.724 abitanti collocato in Umbria nella provincia di Perugia. La ricerca vuole essere un esperimento di sociologia urbana e rurale che parte dall’uso di diverse tecniche sociologiche. In particolare l’osservazione partecipante, quella distaccata, corroborata da una parte di sociologia visuale e dalla teoria scientifica relativa alle tematiche toccate.
La storia di Todi
Todi Fu fondata tra l’VIII ed il VII secolo a.C. dagli umbri su un alto colle situato sulla riva sinistra del Tevere, a circa 400 metri di altitudine e a breve distanza dal territorio abitato dagli Etruschi, col nome di Tutere, che significa “Città di confine”. Si sviluppò soprattutto fra il V e il IV secolo a.C., ricevendo forti influenze etrusche o venendo probabilmente essa stessa annessa dagli etruschi, secondo quanto tramandatoci dallo storico Stefano di Bisanzio1. Nel III secolo a.C. iniziò il processo di romanizzazione pur nel rispetto delle autonomie locali fra cui il diritto di coniare moneta propria. Ottenne la cittadinanza romana (dopo l’89 a.C.) con l’ascrizione alla tribù Clustumina, venendo successivamente ribattezzata con il nome di Colonia Julia Fida Tuder (60 a.C. circa). A partire dall’età augustea ricevette un vigoroso impulso edilizio con la costruzione di un anfiteatro, di edifici civici e ville.
Todi dopo le invasioni
Dopo le invasioni barbariche e la guerra gotica (535-553), Todi venne annessa, con il resto d’Italia, all’Impero bizantino. Resterà di stampo romano-orientale anche dopo l’invasione longobarda, entrando a far parte, con Perugia ed altri centri umbri, del cosiddetto corridoio bizantino, il quale univa Roma con l’esarcato di Ravenna.
Nel 1067 divenne comune autonomo e poi signoria (sotto gli Atti), fino a far parte successivamente dello Stato della Chiesa, anche se cominciò una fase di decadenza data dal passaggio transitorio da una signoria all’altra. Nel XIII secolo il territorio della città conobbe una nuova espansione, estendendosi da Terni ad est a sud, dalle gole del Forello (per un breve periodo sottomise anche Orvieto) a ovest a Deruta a nord.
Il 1236 vede la nascita di uno dei più illustri cittadini: Jacopone, De Benedetti, meglio conosciuto come Jacopone da Todi, discendente di una famiglia nobile2. Egli divenne uno dei più grandi poeti duecenteschi che compose storiche laudi come “O Signor, per cortesia”.
Nel 1244, visto l’aumento della popolazione, la quale aveva superato i trentamila abitanti (maggiore della popolazione della Roma dell’epoca) i tre borghi creati dalle classi artigianali vennero cinti da mura lunghe all’incirca 4 km, con tanto di porte e bastioni a tutt’oggi integre.
Todi medioevale
Il Vescovo Angelo Cesi trasformò varie zone di Todi, allargando vie ed abbellendo alcuni palazzi.
Oggi Todi è pressoché identica alla Todi medievale, come risulta da una stampa di Giacomo Lauro del 1633. I confini della città originaria sono delimitati dal perimetro delle mura.
Durante il periodo napoleonico alcune opere d’arte vennero trafugate in Francia nell’ambito delle spoliazioni napoleoniche. Secondo il catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l’artfrançaisedel 1936, delle 3 opere d’arte inviate in Francia, principalmente autori del Rinascimento umbro, ne ritornarono due, mentre La vergine e Gesù, dello Spagna rimase esposta al MuséeNapoléon, e quindi al Louvre. In seguito alla restaurazione, molti tuderti entrarono a far parte della carboneria e della Giovine Italia.
1 Zimmermanns K;Umbria, Milano, Idealibri, 1990, p. 338.(tit. orig.: Klaus Zimmermanns, EineLandschaftimHerzenItaliens,Gubbio-Perugia-AssisiSpoleto-Todi-Orvieto, Colonia (Germania), DuMont Buchverlag, Kommandithgesellschaft, 1987)
2 Dal sito ufficile del Comune di Todi; LaStoriadiTodi-ComunediTodi, visitato il 7/10/2023.
Garibaldi, riparando a Todi dopo la disfatta della Repubblica Romana, infiammò di nuovo il patriottismo tuderte e molti abitanti di Todi lo seguirono, vestendo le caratteristiche camicie rosse fino alla III guerra d’indipendenza, durante la quale molti furono arrestati e morirono in battaglia. Insieme all’Eroe dei due Mondi passò per Todi anche Anita Garibaldi, incinta e già in preda alle doglie: di lì a poco morì nei pressi delle Valli di Comacchio. Braccato dalle milizie austriache, Garibaldi fu costretto alla fuga.
Todi oggi
Insomma, il comune di Todi custodisce una profonda ed emblematica storia che consente di comprendere l’evoluzione italiana subita nel corso dei secoli. Oggi a Todi queste diverse influenze epocali che si sono susseguite nel corso degli anni sono tutte ben visibili: Monumenti, strade, vicoli, prodotti gastronomici, odori e abitudini lasciano percepire quanto l’identità della città sia una presenza predominante ed il frutto di una sedimentazione culturale ben strutturata e non imposta artificialmente per motivi economici, turistici o industriali.
Tale innata identità è ben visibile da due aspetti fondamentali: in primo luogo dalla spontaneità che i cittadini locali dimostrano in relazione al fascino che il centro storico e le aree monumentali trasmettono.


Todi: organizzazione urbanistica
In secondo luogo, che ben si va a correlare al primo, c’è un fattore di organizzazione urbanistica che incentiva alla naturalizzazione del patrimonio artistico e culturale di Todi. Vale a dire una poco celata volontà di mantenere vivo il centro cittadino, non solo per il settore turistico ma anche per le necessità quotidiane degli abitanti locali.

la biblioteca comunale e l’edificio del Comune
di Todi

merce e accanto un uomo
passeggia nella piazza centrale

Jacopone da Todi posto a pochi
metri da Piazza del Popolo

piazza centrale che prende le
sembianze di una rotatoria per l’area
di parcheggio

davanti al teatro comunale passando
accanto ad una macchina della
polizia municipale posteggiata nei
pressi del distretto.
Il centro storico di Todi, dunque, non va concepito nella stessa maniera in cui verrebbero immaginati altri centri storici italiani. In molti di essi, infatti, non si riuscirebbe a captare quelli che sono la socialità del posto, le interazioni personali e i diversi incontri culturali presenti. In questi, infatti, sorgono in prevalenza attrazioni e strutture ricettive per turisti e a muoversi negli spazi pubblici ci sono essenzialmente gruppi di visitatori che rimarranno sul posto per pochissimo tempo. Una sorta di popolazione asettica composta da individui soggetti ad una ipnosi collettiva in fase di imitazione di massa3 che non tutela il posto ma se ne serve per il proprio benessere.
Sociologia del turismo
Nella letteratura sociologica è dai suoi studi in merito al fenomeno del turismo, è stato riscontrato il carattere ambivalente di esso: da un lato rafforza l’identità, attraverso il reciproco riconoscimento delle differenze rispetto all’ambiente in cui ci si trova, che rappresenta lo spazio di di vita per il residente e area della scoperta e della sperimentazione per il turista; dall’altro di negazione dell’identità, attraverso la proposizione di letture difformi dello stesso oggetto. L’ambivalenza è aggravata dalla mercificazione dello scambio, per cui il turista paga per l’autenticità di cui gode e il residente vende una componente della sua identità, e dalla implicita dominanza culturale del turista sul residente.4
Ne consegue una sorta di svalutazione morale dello spazio sociale di riferimento per l’abitante locale, che progressivamente tende ad allontanarsi dalle aree storiche e a prediligere nuove aree residenziali al fine di sfuggire alla frenesia e al caos che il continuo ricambio di turisti ansiosi di acquisire parte dell’identità cittadina provoca. Tale rapporto fra turismo e comunità locale fa necessariamente emergere la questione della dei confronti culturali, in particolare i temi della comunicazione e dell’integrazione tra culture diverse e poi tra cultura globale e culture locali.
- Alberoni F., Vacanze,lagrandefestacomincia; La Repubblica, 30 luglio 1982.
- Palumbo M., Turismoligure. Verso una nuova immagine; Sociologia urbana e rurale; 1992; p. 361
Ulderico Bernardi, rilevati gli effetti negativi della chiusura etnocentrica, enfatizza le culture come sistemi dinamici, che si definiscono attraverso processi di inculturazione e di transculturazione, e considera il turismo come veicolo di comunicazione degli aspetti materiali e immateriali delle culture locali facendo emergere come ogni società si venga scoprendo di fatto plurietnica e tuttavia ancora fatichi a riconoscere il pluralismo culturale come un vero e proprio valore5 sociale che va oltre la pura questione prettamente economica spesso implementata nella gestione turistica.
Il caso specifico di Todi
Nel caso Todi, invece, si assiste ad un fenomeno sociale opposto: il mantenimento dei servizi pubblici cittadini, dei negozi di beni prima necessità, delle aree ricreative popolari nelle zone che sono anche d’attrazione turistica e, inoltre, il mantenimento dell’area storica in parte aperta alla circolazione carrabile, crea un flusso giornaliero di persone molto più variegato che fa mantenere in equilibrio le dinamiche delle folle che occupano gli spazi di Todi fra residenti e turisti.
Da un lato dunque si trovano gruppi più o meno grandi di turisti che si muovono in cerca dei luoghi d’interesse e dei negozi di souvenir; dall’altro la popolazione autoctona che, oltre ad abitare il posto, circola per i vicoli della città per sbrigare ogni tipo di faccenda quotidiana.

concittadino transita in Vespa
Questioni di equilibrio
Tale condizione ha generato, oltre all’equilibrio cittadino – visitatore che consente di tutelare la città dal turismo e dal business sregolato che ruota attorno ad esso, due risultati particolari:
il primo è che tale equilibrio non va inteso come un rapporto dualistico in cui le due categorie si osservano, si scrutano e si fronteggiano in una silente contesa degli spazi di Todi, bensì come una grande opportunità in cui questi si mescolano creando interazioni e relazioni sociali di diversa natura.
Questo approccio della cittadinanza todina è estremamente virtuoso dal punto di vista dell’industria turistica. Come sottolinea Emanuele Sgroi, essa, infatti, trasforma profondamente l’ambiente, le risorse naturali, il paesaggio, la cultura materiale e immateriale di un contesto territoriale e sociale. Trattandosi di «beni pubblici», essa deve instaurare una stretta interazione con la comunità locale: un imprenditore turistico può far male il suo mestiere da solo, ma può farlo bene soltanto insieme alla comunità locale6
- Bernardi U.; Delviaggiare. Turismi, culture,cucine,museiopen air;Franco Angeli, Milano1999, pp. 52 – 220.
- Sgroi E.; Culturedelterritorioemodellid’imprenditorialitàturistica;duecasiaconfronto; sociologia urbana e rurale 1988; p. 139.

Le amministrazioni e i residenti di Todi questo lo hanno recepito appieno e infatti, di questa condizione sociale ibrida hanno subito l’influenza anche gli esercizi commerciali. Presa coscienza, dunque, che il target dei clienti di riferimento non è esclusivamente di carattere turistico o esclusivamente di carattere locale, sorgono negozi versatili che offrono un ventaglio di opportunità per entrambe le categorie di clienti: il metodo di vendita impiegato non è esclusivo, ma, come nelle dinamiche interpersonali che si generano, risulta essere inclusivo e accessibile.

Questioni di armonia
L’armonia che si instaura tra i vari gruppi personali che nello stesso momento si trovano a percorrere le vie di Todi, al punto di non riuscire a distinguere gli appartenenti di una o di un’altra categoria, rappresenta un esperimento sociale ben riuscito in cui l’annullamento degli idealtipi viene attuato non per imposizione ma per propensione naturale. I turisti, trovandosi in un contesto ad alto livello integrativo, si adattano a tale indicazione culturale indotta dagli abitanti locali e dalla conformazione cittadina; d’altra parte i cittadini locali rispettano e agevolano il visitatore identificato come risorsa e non come persona da cui trarre profitto.
Le due realtà non si sfruttano a vicenda, ma, viceversa, si arricchiscono l’una con l’altra. Una situazione che spesso siamo abituati a constatare con l’Arte e le correnti artistiche. È cosa nota, infatti, che l’Arte in ogni sua forma espressiva non rimane statica ma si nutre dell’influenza delle diverse correnti che progressivamente si costituiscono nel tempo7. Todi, allo stesso modo, è un agglomerato sinergico di persone e personalità, che si mescolano, si fondano e danno vita alle più diverse e proficue interazioni sociali.
Todi e il “mestiere” dell’arte
La similitudine Todi – Arte non è casuale, viceversa, quest’ultima è una peculiarità culturale predominante nell’animo della città. Essa storicamente ha segnato le sorti di Todi, ne ha costruito l’avvenire e ancora oggi, la città, riconoscendone il peso ed il valore, si fa custode delle diverse discipline artistiche. La volontà di far emergere questa propensione all’arte, non è di certo celata dai suoi abitanti, visitando il sito istituzionale finalizzato alla sponsorizzazione in rete del patrimonio artistico e culturale locale Visit- Todi, infatti, la prima frase che viene mostrata agli utenti è:




via Matteotti, sorge lo studio di arte
ebraica. Ciò corrobora la tesi relativa
all’inclusività sociale todina, al suo
interno, infatti, non c’è un ghetto
ebraico ma l’arte e gli esercizi ebraici
si mescolano nella città insieme alle
altre strutture
Dalle parole riportate è dunque evidente come questa piccola cittadina abbia una profonda voglia di mettersi in luce e candidarsi come una delle principali realtà capaci di dare lustro artistico all’intera regione umbra. Compito non semplice e che richiede un grande impegno, vista l’importanza sul piano storico e artistico che la regione rappresenta. Camminando per le sue vie, però, si nota come non ci sia timore nell’assumersi questa responsabilità, ma viceversa sia predominante la voglia di mostrarsi come terreno fertile per l’espressività artistica non solo regionale ma anche globale.
Il valore delle botteghe
Diverse sono le botteghe che si incontrano sulla strada di ogni categoria artistica. Dalla pittura, alla scultura, alla lavorazione della porcellana o del legno. La creatività a Todi è una componente principale e lo si nota anche da un aspetto invisibile ma presente per tutte le vie del borgo antico, ovvero il silenzio. Un silenzio che però non è quello passivo frutto di desolazione, mancanza di vitalità o argomenti, ma un silenzio simbolo di rispetto e riflessività veicolato dal susseguirsi delle creazioni artistiche che inducono le persone a muoversi come se si stesse camminando lungo una vera e propria mostra permanente, come appunto sostenono anche su visit Todi, a “cielo aperto”.
- Perone U., IntornoaJean–LucNancy,, Rosenberg & Sellier, Torino, 2012;intero libro.
- Dal sito istituzionale Art–VisitTodi(visitodi.eu); visitato il 7/10/2023.
La fame d’espressività creativa di Todi non termina con il fiorire delle botteghe d’arte in senso puro, ma continua anche nella vita quotidiana. Nel gioco giovanile, come intrattenimento, essa si insinua senza che i giovani se ne rendano conto, adattando i loro passatempi secondo logiche espressive fatte proprie.

passanti che ammirano la porta come una forma d’arte alternativa
L’applicazione dell’arte nella vita lavorativa, invece, acquisisce le sembianze di azioni più consapevoli e ricercate. La volontà è quella di dare un’aura creativa anche ai mestieri più comuni conferendogli un tono ed una eleganza di elevato spessore culturale.


colori caldi ed eleganti. Anche la pizza diventa forma d’arte
Nei rioni NON divisivi di Todi
Il carattere inclusivo, multietnico e intergenerazionale di Todi, come visto, risalta in maniera lampante tramite le sue strutture. Come già scritto, a livello urbanistico la presenza di scuole, esercizi commerciali ibridi, esercizi commerciali comuni, botteghe d’arte e servizi pubblici, rendono la cittadina un luogo in cui le diverse persone di stratificazione sociale diversa si incontrano e si combinano azzerando l’ipotesi di costruire una qualsiasi forma di tipizzazione9.
La presenza delle varie forme di servizi per tutti che il borgo presenta, è il prodotto di una peculiarità culturale fondamentale che caratterizza la cittadina umbra. Va infatti messo in luce un aspetto in merito alla tradizione del posto. Todi come molte altre realtà italiane, è divisa per Rioni: Rione Colle, Rione Valle, Rione S. Maria, Rione S. Prassede, Rione S. Silvestro e Rione Nidola. Spesso, nei luoghi in cui è presente una suddivisione urbana in rioni o contrade, a prevalere nel tessuto sociale è una sorta di etnocentrismo locale in cui le diverse aree rionali entrano in contrapposizione e rivalità.10
Torneo in piazza del popolo
Quello che, nel caso Todi risalta, invece, è che, nonostante nel periodo estivo venga disputato un torneo sportivo in Piazza del Popolo in cui i vari Rioni si sfidano, con il chiaro scopo, da un punto di vista sociologico, di mettere in atto un rito utile mantenere salda la comunità, di ravvivare il sentimento di appartenenza al gruppo, di conservare la credenza e la fede11, il senso campanilistico di appartenenza ad uno di essi non emerge spiccatamente. Entrando nella città nei giorni in cui non ci sono ricorrenze specifiche si fa fatica a rendersi conto che questa è suddivisa in Rioni. Non ci sono bandiere, manifesti, gagliardetti o colori rionali di spicco.
La cittadina è uniforme sia nei colori, sia nella struttura urbana. Gli unici rimandi alla suddivisione rionale sta nelle lastre di marmo affisse all’inizio di ogni rione, ai totem lungo la strada con il disegno della mappa stradale del rione e nei cartelli con le indicazioni stradali. L’impressione che viene trasmessa all’osservatore e anche al cittadino stesso è che i Rioni più che marcare una specifica identità di una sorta di divisivo clan12in cui i rituali, i totem e tutto ciò che concerne il proprio rione sia considerato migliore o comunque desiderabile rispetto al dirimpettaio, mantiene l’esclusiva volontà di mostrarsi come punto di riferimento cardinale per orientarsi nella città.


- Nuvolati G., LezionidiSociologiaUrbana,Il Mulino, Bologna; 2011; pp. 31 – 124.
- DEI; Antropologiaculturale; Il Mulino,Bologna 2016; Capitolo II. Razza, cultura, etnia.
- Aron R.; Letappedelpensierosociologico.Montesquieu,Comte,Marx,Tocqueville,Durkheim,Pareto,Weber.
- Milano; 1989; pp.100-180.
- Stringa R; Popoli.Etnie,tribù,clan,bande; 2019; pp.20-98

rione posto nelle vie della città

e alle piazze della città sono indicate anche le strade per gli
altri rioni
Todi serena, trafficata e a tratti dimenticata
La percezione sociale che trasmette Todi è dunque di uno spazio urbano in cui convivenza, armonia e tranquillità si intersecano e di cui tutti senza distinzione di sesso, genere, provenienza e specie biologica ne riescono a trarre benefici. Il silenzio costruttivo che il luogo emana è fonte di una pace sensoriale, capace di abbassare i ritmi elevati della società moderna e dar spazio non solo all’osservazione delle creazioni artistiche ma anche a dar sfogo alle proprie propensioni creative.


l’ambiente locale silenzioso e
sereno leggendo un libro. Sullo
sfondo la circolazione della vita
todina prosegue, senza intaccare
affatto l’attività della ragazza

Fortunato un cane domestico è
totalmente libero di circolare senza
ausilio di guinzaglio. Intorno ad egli
non ci sono pericoli e lui non lo è per
nessuno
Probabilmente una pecca nell’organizzazione urbana cittadina è che la scelta di rendere carrabile il centro storico può creare disagi nel traffico locale. Questo perché alcune vie sono strette in quanto ovviamente non originariamente concepite per la circolazione dei veicoli e questo fa capitare, come successo anche durante la fase di osservazione e ricerca, che le automobili provenienti da due sensi opposti si incastrino trovandosi costrette a dover effettuare più manovre per poter liberare la strada.

Un ulteriore problema che sembra rispecchiare una difficoltà atavica delle città italiane, è la difficoltà nel mantenere lo stesso standard di cura in ogni area della città. Più ci si allontana dalle zone nevralgiche maggiore è il rischio di imbattersi in situazioni di cura inferiore.

Al di là delle mura, oltre i preconcetti
La scelta di rendere fruibile e su misura per ogni esigenza quotidiana il cuore todino, mette i decisori locali e la cittadinanza attiva a muoversi in sinergia e a sforzarsi affinché esso possa mantenersi pulito, accessibile e armonioso. Sforzo che, nonostante qualche difetto sopra evidenziato, viene compiuto in maniera ottimale dagli attori coinvolti, anche grazie alla cittadinanza locale. Del resto se la scelta è quella di destinare a tutti la zona centrale della città, è anche interesse di tutti, cittadini, imprenditori e turisti fare in modo che il posto venga preservato dall’incuria e dalla decadenza. Todi in questo senso mette in atto una vera e propria esperienza di Cohousing sociale13 efficace in cui la reciprocità, consapevolezza e compartecipazione generano esternalità positive14 visibili. Circolando in tale contesto si fa davvero fatica a trovare figure professionali, politiche e civili che non siano coinvolte nel processo di mantenimento dell’armonia collettiva.

di via di Todi in cui i cittadini mediante
vasi e riuso di vecchi oggetti come sedie
e scale di legno si adoperano per rendere
bella e decorata la strada.
Le mura che circondano il posto sembrano proteggere da agenti esogeni l’equilibrio socio- economico attentamente costruito nella città e che meticolosamente viene mantenuto dalla popolazione locale e dopo aver battuto strada per strada tutto il circondario delle mura todine la curiosità sorta è stata se anche al di fuori fossero visibili le stesse dinamiche oppure ce ne fossero altre a prevalere.
Così, con questo interrogativo, è iniziata l’esplorazione esterna. In tale circostanza la prima questione che è emersa è che i decibel si sono alzati e i suoni erano totalmente diversi.
13 Studio Tomassociati; Vivereinsieme.Cohousingecomunitàsolidali.Lechiavielacassettadegliattrezzipercostruire unnuovo mododi abitare; Altraeconomia, Milano; 2012; pp.38-103.
14 Stiglitz J.E.; Economiadelsettorepubblico; Hoepli; Milano; 2003; pp.20-98.
Il rumore del capitalismo
Se all’interno si percepiva un silenzio rotto solamente dal transito delle auto, da qualche schiamazzo e dal rumore di mezzi meccanici a lavoro per opere di pulizia e restauro, una volta usciti fuori è tornato a udirsi in maniera forte e chiara il rumore del capitalismo15 e del business contemporaneo. A prevalere c’era il rintocco frenetico delle posate sulle stoviglie di un bistrot di una banca, il rumore delle automobili che freneticamente percorrevano la strada avanti e dietro, rumore dei giovani a bordo dei motorini e degli escavatori che compivano lavori edili.

storica. Le mura dall’esterno assumono il significato
di confine protettivo del nuovo mondo

per bambini in una struttura prefabricata. Nel
frattempo un escavatore lavora accanto
all’edificio e al parcheggio di un’area commerciale
L’impatto quindi con l’esterno provoca una iniziale sensazione di ribaltamento delle sensazioni trasmesse, con il passare del tempo e dell’esplorazione esterna però emergono tre elementi fondamentali che hanno permesso di completare la lettura di Todi esterna in maniera maggiormente esaustiva e soprattutto meno negativa rispetto a come era iniziata.
I tre elementi sono in primo luogo la presenza di una numerosa presenza di giovani che, nella stessa maniera in cui venivano interpretati i luoghi artistici e d’interesse dell’area dentro le mura, occupano gli spazi artistici con rispetto di questi per trovare un momento di pace, interazione e confronto.

occorrono restrizioni per rispettare l’area. L’importanza artistica del plesso è acquisita in maniera innata.
In secondo luogo, durante una fase di osservazione partecipante all’interno di un bar locale che rappresentava il principale luogo di ritrovo della cittadinanza todina, è emersa una profonda sensazione di comunità, compartecipazione e attenzione alla convivenza. Non c’era attenzione specifica al turista con servizi specifici a lui riservati e di converso non si è riscontrata la ghettizzazione di questo nonostante il posto, per la sua collocazione molto distante dalle aree d’interesse storico, fosse prevalentemente rivolto alla cittadinanza locale. All’interno di esso convivevano persone di ogni età e provenienza.
Nessuno escluso a Todi
Anche gli argomenti e le attività di discussione erano di ogni tematica. Addirittura c’era un piccolo gruppo che lavorava a progettare attività di carattere umanitario e socialmente utile. La cosa ancor più interessante è che, nella panchina vicino al bar in questione e a pochi metri dalla strada principale dove le automobili sfrecciavano ai ritmi dell’economia contemporanea, c’erano persone che leggevano nella stessa maniera in cui si sarebbero trovati lettori appassionati nel verde della chiesa di San Fortunato.
Un ultimo aspetto è stato l’aver trovato l’attenzione e la cura anche nelle zone popolari e meno abbienti della città.

Nonostante la distanza dal centro storico e da quello economico di Todi, nessun abitante può sentirsi distante o escluso dalla città. La vocazione artistica, inclusiva e libertaria della cittadina umbra si espande in tutte le sue aree di sviluppo. Non c’è una demarcazione culturale tra Centro storico, centro economico e periferia. Non c’è una foglia di fico posta sulla zona urbana per far spiccare la zona turistica. Todi ha un unico filo logico che unisce ogni zona cittadina, senza però, d’altra parte soffocare le sfumature che ogni area possiede non cadendo nella deriva opposta di oppressione della diversità volta a far emergere la caratteristiche predominanti. Ogni peculiarità todina emerge spontaneamente ed essa viene declinata sulla base del contesto urbano in cui si manifesta.
Todi potrebbe essere un esperimento di medio raggio da studiare per comprendere come poter implementare strategie e politiche volte al mantenimento dei centri storici italiani e per evitare la transumanza della popolazione autoctona verso altre zone non preda di business selvaggi e turismo senza regole. Un laboratorio sociale che con le dovute cautele, analizzandone attentamente pregi e difetti e, soprattutto, adattandolo alle altre realtà potrebbe esser di supporto per nuovi esperimenti.
Adelmo Maria Imperi
Riferimenti
- K Zimmermanns,Umbria, Milano, Idealibri, 1990,(tit. orig.: Klaus Zimmermanns, EineLandschaft im Herzen Italiens, Gubbio-Perugia-Assisi Spoleto-Todi-Orvieto, Colonia (Germania), DuMont Buchverlag, Kommandithgesellschaft, 1987).
- sito ufficile del Comune di Todi; LaStoriadiTodi–ComunediTodi.
- F. Alberoni, Vacanze, la grande festacomincia; La Repubblica, 30 luglio 1982.
- M. Palumbo, Turismoligure.Versounanuovaimmagine;Sociologia urbana e rurale; 1992.
- U.Bernardi; Del viaggiare.Turismi,culture,cucine,museiopenair;Milano, Franco Angeli, 1999.
- E. Sgroi; Culture del territorio e modelli d’imprenditorialità turistica; duecasiaconfronto; sociologia urbana e rurale;1988.
- U. Perone, IntornoaJean–LucNancy,Rosenberg & Sellier, Torino, 2012.
- sito istituzionale Art–VisitTodi(visitodi.eu).
- G. Nuvolati, Lezioni di Sociologia Urbana,Il Mulino, Bologna; 2011.
- DEI; Antropologia culturale; Il Mulino, Bologna 2016.
- R. Aron; Le tappe del pensiero sociologico. Montesquieu, Comte, Marx, Tocqueville,Durkheim,Pareto,Weber.Milano; 1989.
- R. Stringa; Popoli.Etnie, tribù,clan,bande;Autoprodotto nel 2019.
- Studio Tomassociati; Vivereinsieme. Cohousing e comunità solidali. Le chiavi e la cassetta degli attrezzi per costruire un nuovo modo di abitare; Altraeconomia, Milano; 2012.
- J.E. Stiglitz; Economia del settore pubblico; Hoepli; Milano; 2003.
- L. Bruni; Il mercato e il dono.Glispiriti de capitalismo; Università Bocconi Editore, Milano; 2015.