In un’epoca di fuga di cervelli e di scarsi sbocchi occupazionali, c’è chi ha deciso di trasformare la propria passione in un lavoro. Dario, Lorenzo e Vincente sono tre giovani napoletani che hanno deciso di restare nella loro città per realizzare un sogno: aprire il primo bar fumetteria del capoluogo campano. Due sociologi e un economista per rompere gli schemi e riscrivere completamente le aspettative deontologiche. Dai banchi dell’università al bancone del bar per accendere i sogni degli appassionati che potranno lasciarsi cullare in questa nuova casa del fumetto che si chiama InKomics Café. Fumetti, gadget, giochi da tavolo, caffè, dolci e snack internazionali. Praticamente un Comicon in miniatura che prenderà vita nel quartiere Vomero di Napoli (via Vincenzo Mosca, 27). In esclusiva per Sociologicamente abbiamo fatto quattro chiacchiere con Lorenzo, uno dei tre fondatori, per capirne di più di questo nuovo format.

Come nasce InKomics?
Quasi per gioco. Io e i miei soci eravamo in una fumetteria e fantasticavamo sull’idea di averne una tutta per noi. Albi su albi, gadget, giochi da tavolo e tutto quello che si può desiderare ma con una piccola marcia in più. La nostra fumetteria doveva avere qualcosa di unico, qualcosa che, a Napoli, non si era mai vista. Facciamo un manga café! L’idea rimase lì, come tanti altri sogni ad occhi aperti su cui ci è capitato di fantasticare. Poi un giorno tutto è cambiato. Vince ci ha chiamato e ci ha detto ‘perché non lo facciamo veramente?’. Io e Dario lì per lì ci siamo rimasti, non poteva fare sul serio. E invece lui era serissimo. Tutto questo è accaduto circa 4 anni fa. Da allora, passo dopo passo, abbiamo costruito un pezzetto di InKomics alla volta, facendo fronte a scetticismi e perplessità. Non è stato facile e il tempo trascorso lo dimostra ma oggi noi siamo qui e possiamo dire, con orgoglio, che la nostra idea ha preso vita“.

Si parte dal concetto di manga café per arrivare dove?
Il manga café ci ha dato una traccia da seguire ma noi abbiamo deciso di adattarlo al nostro stile. Non ci piace porci limiti ma non amiamo neanche snaturarci. InKomics è un po’ come noi, sogna il Giappone e l’America ma alla fine resta in Italia. Non potevamo fermarci ai manga e quindi abbiamo accolto anche i comics americani e tante altre opere internazionali e italiane nella nostra collezione. Sul fronte café strizziamo un po’ l’occhio a Starbucks ma senza esagerare. Siamo napoletani e certe cose vanno prese seriamente. Il caffè, il cappuccino, i must del bar ‘napulegno’ resteranno intoccabili. Poi possiamo accompagnare il tutto con un bel muffin, una torta di mele o una squisita red velvet. Quindi non si toccano i santi ma non facciamo i campanilisti. Sembra tutto un po’ incasinato ma noi speriamo che diventi un bel viaggio da vivere insieme a tutti quelli che ci vorranno sostenere“.

A chi si rivolge InKomics e cosa volete offrire alla vostra utenza?
Da appassionati, abbiamo cercato di creare un posto su misura per noi, poi man mano che ha preso forma ci siamo resi conto che InKomics abbraccia molte più persone di quello che pensavamo. Le due anime del nostro progetto possono muoversi in sincronia ma è altrettanto vero che possono viaggiare separatamente. Chi ama i fumetti, i gadget e la pop culture in generale troverà la sua oasi di felicità, come ci auguriamo. Visto invece dagli occhi di una persona che se ne frega di tutte queste cose, InKomics può essere comunque un posto tranquillo, dove poter sorseggiare un buon tè, mangiare una fetta di torta, stare in compagnia e ascoltare tre deficienti che fingono di fare gli imprenditori“.

Il mondo del fumetto e del caffè. Qual è il punto di incontro?
Una sedia, un tavolo, una tazza fumante e un buon fumetto da leggere. I nostri clienti avranno la possibilità di abbinare una lettura ad una consumazione. Molti appassionati desiderano collezionare i fumetti, possederli, ma in un mondo popolato da tanti titoli e generi, quali dobbiamo scegliere? Da noi potranno sperimentare. Sarà una sorta di drive test. Inoltre ci rivolgiamo anche a tutti coloro che ritengono troppo dispendioso completare una serie o anche a tutti i nuovi avventori che vorranno fare un assaggio di questo mondo“.

Sociologicamente

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