Dove sta portando il turismo? È questa la questione di cui parla il documentario realizzato e prodotto da Christ Media 2017, adattamento di Gianni Gaggini, del titolo “Turisti Basta. Grazie”. Una domanda che non si pone soltanto il cronista, ma anche i sindaci di Venezia e Barcellona.

La quantità dei turisti

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro

Le persone vogliono vedere cose belle, soprattutto il turista che sceglie la meta del suo viaggio e che parte con l’aspettativa di tornare soddisfatto. Se ogni persona almeno una volta nella vita vuole venire a Venezia ci sarà pur una ragione? Proviamo a vedere le cose belle di questa città. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è convinto che Venezia sia una delle città più belle e più visitate al mondo, e non assomiglia ad un parco giochi con il turismo di massa, dove non vive più nessuno, popolata unicamente dai turisti, come afferma la sindaca di Barcellona, Ada Colau, prendendo esempio proprio dalla sua città. Chi dei due ha ragione? Difficile dirlo. Vediamo un po’ di dati.

Venezia ha già superato da tempo la fase dei turisti di massa che Barcellona sta attraversando attualmente. Dal 1950 la popolazione del Centro Storico di Venezia è in diminuzione: dai 175mila abitanti di allora ai 55mila di oggi. La città è invasa da un denso flusso di turisti di cui nessuno sa il numero esatto perché si conoscono solo i pernottamenti, non i visitatori di giornata. Secondo Petra Reski, giornalista e scrittrice, residente a Venezia da venticinque anni, sono oltre 30 milioni di turisti all’anno. Ma da dove prende questa informazione? La cifra è stata confermata dall’associazione ambientalista Italia Nostra che notifica che tutti quei milioni di turisti non portano molto alle casse della città perché non pagano la tassa di soggiorno, dovuta solo a seguito di un pernottamento.

Il cambiamento

Venezia è una delle destinazioni più popolari dei turisti, non solo per la sua bellezza, ma per l’icona che è diventata, una tappa obbligatoria, soprattutto per chi proviene dall’estero. Negli anni novanta il sindaco Massimo Cacciari puntò sulle privatizzazione come strategia per dare fiato alle boccheggianti casse della città. Diversi palazzi furono venduti ad acquirenti cinesi, ma anche italiani come Prada, Benetton e molti altri. Un cambiamento che si è reso redditizio per molte società. Petra Reski sostiene che il valore di un edifico risiede in ciò che se ne può fare e nella possibilità di rinnovarlo a piacimento, non necessariamente in accordo con i regolamenti sugli edifici protetti. La legge non regolamenta cosa è permesso vendere negli edifici e così questo patrimonio dell’umanità è soffocato da una valanga di mercanzie di ogni genere. L’attuale sindaco di Venezia, in carica dal 2015, sottolinea che quando un’attività è già aperta ha dei diritti costituzionali, ma è possibile studiare dei regolamenti per creare, leggi permettendo, una specialità di vendita.

Turismo da crociera

Disegno di Zerocalcare
Disegno di Zerocalcare

Il turismo da crociera è un altro nocciolo che coinvolge la vulnerabilità di Venezia. Al passaggio delle navi da crociera vengono spostati 30mila mq d’acqua con una spinta verso la città, che viene risucchiata finito il passaggio. La grossa massa d’acqua smuove i fondali, mettendo a rischio le fondamenta della città, così sostiene l’ambientalista Tommaso Cacciari, presidente del gruppo NO Grandi Navi, provocando grossi danni. Sarebbe opportuno che le grandi navi usassero uno tracciato alternativo, e gettino l’ancora fuori dalla città. Ma allora che benefici ci sono per il turismo da crociera per Venezia? È il Porto di Venezia a trarne vantaggio, bensì una sua costola privata, una SPA, che agevola il passaggio alle compagnie di crociera e il monopolio degli attracchi. La cifra d’affari è un mistero.

Un problema mondiale

Non è solo a Venezia che il turismo da crociera causa gravi danni all’ambiente; anche il Porto di Barcellona ha lo stesso tipo di problema, porto in parte privatizzato. Infatti i Verdi Tedeschi hanno denunciato l’assenza in tutto il mondo di sistemi di controllo dei gas di scarico di queste navi. Usano un olio combustibile che emette cento volte più sostanze inquinanti di un normale motore diesel. Il sindaco di Barcellona, Ada Colau, dice che il turismo di grande massa è comunque una buona cosa, ma va gestito e controllato per agevolare la convivenza tra cittadini, turisti e ambiente.

Chi sono i turisti

I turisti sono delle semplici comparse in uno show che vale miliardi. I vincitori del turismo di massa sono consorzi ed investitori internazionali che si innescano nei lidi di Barcellona, Venezia e altre città portuali. Città che stanno cercando di salvarsi dal collasso. Sarebbe logico far decidere agli abitanti stessi, con la vera natura della democrazia, quale tipo di turismo vogliono accogliere. Ma che sia un’idea realizzabile lascia molti dubbi. Ci sono tante cose belle, luoghi interessanti, curiosi, ed i turisti le vogliono vedere. Come biasimarli?

Maggie Van Der Toorn

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